sabato 9 giugno 2012

Che cosa sta succedendo? Parte Prima

Questo e' il primo di una serie di post che dovrebbero servire a mia memoria futura di quello che pensavo nel 2012 quando il mio paese era immerso in una profonda crisi economica.

Prendo spunto dall'email di un lettore, Alessandro, che cerca il conforto di risposte precise e chiare. Stiamo parlando di economia, che e' seconda soltanto alla medicina in fatto di vaghezza ed elusivita'. Ma provero' a fornire ad Alessandro, e agli altri ventiquattro lettori, qualche spunto di riflessione. Le domande poste da Alessandro sono molto appropriate per il tema di questo blog.
[C]he ruolo hanno le banche e le assicurazioni [nel casino che sta succedendo]? Come diavolo si sono inventati i tanto tossici derivati e chi ci ha guadagnato?
Le banche e le assicurazioni italiane hanno ben poco a che fare con il problema corrente. Il che non vuol dire che non abbiano colpe in generale. Non mi e' mai piaciuto avere a che fare con banche e le assicurazioni, in Italia e (con eccezioni) all'estero. Purtroppo il loro lavoro e' far girare i tuoi soldi e trattenerne il piu' possibile senza farti scappare, il che non e' una buona premessa per un rapporto di fiducia. Ma da li' ad additare gli intermediari finanziari come colpevoli della crisi corrente, il passo e' lungo. Il problema fondamentale ora come ora e' che il debito dela Repubblica Italiana e' diventato una patata bollente e sempre meno persone vogliono tenerlo in mano. Se misuriamo il contributo delle banche e assicurazioni dalla quantita' di debito pubblico che tengono in mano, ne tengono tanto. Quindi in un certo senso stanno persino aiutando (involontariamente).

Riguardo ai derivati: ci sono tanti tipi di derivati e di solito vengono usati per ragioni legittime. Per esempio, poniamo che sei un viticoltore e hai bisogno di prendere soldi a prestito. Vendere un future sul raccolto di uva dell'ottobre che viene aumenta di gran lunga la certezza riguardo alla tua capacita' di restituire il prestito, e quindi ti e' piu' facile ottenerlo (e magari a un tasso inferiore, visto che sei meno rischioso). Chi ci ha guadagnato? In questo caso tutti. E' vero anche che i futures, e altri derivati di tipo simile, facilitano le scommesse speculative contro certi titoli (per esempio i titoli del debito pubblico italiano). Se la scommessa ha successo, e' lo speculatore che ci guadagna. La pressione derivante dalle scommesse speculative spesso peggiora la posizione di un emettitore di titoli (per esempio l'Italia), ma gli speculatori sono piu' simili a iene che a leoni - tendono a scommettere contro chi e' gia' a terra. Prendersela con gli speculatori e' come prendersela con il barbone che alloggia in casa tua dopo che i ladri hanno forzato la porta e portato via tutto. La banca o altro intermediario intasca solo una piccola commissione per ogni posizione che viene aperta o chiusa, e il traffico speculativo e' nulla in confronto al traffico "produttivo", percio' gli intermediari non hanno nulla da guadagnare dalla speculazione in questo senso.
Non capisco cosa si possa fare per riavvicinare la finanza all'economia reale...
La finanza e' solo un sintomo. Se per "economia reale" intendi "l'apparato produttivo capitalista",  la finanza vi e' gia' molto vicina. Se per "economia reale" intendi "i milioni di lavoratori dipendenti e piccoli imprenditori", l'unica cosa da fare e' la rivoluzione proletaria. (A questo proposito, il punto 11 di una lettura che Alessandro mi ha mandato non e' molto diverso dalla rivoluzione proletaria). La finanza funziona cosi': ci sono i soldi, e i soldi hanno un proprietario. La finanza cerca di mettere insieme un proprietario con un imprenditore che ha un buon uso per quei soldi. Se la proprieta' dei soldi e' molto concentrata, la finanza lavora per pochi. Meno soldi hai, meno gli intermediari sono interessati a te perche' - come dicevo sopra - il lavoro degli intermediari e' trattenere il piu' possibile dei tuoi soldi senza farti scappare. Se ne hai tanti, anche una piccola percentuale rende il loro lavoro molto redditizio.
Chi può decidere se chiudere i rubinetti e dire ai nostri creditori: "signori adesso basta per un po', fateci fiatare e vedere quando vi abbiamo sganciato, e se sufficiente vi accontentate". In sostanza potrebbe anche darsi che si sia già corrisposta una quota di interessi molto alta e si continui a pagare inutilmente. Io credo che Monti non lo voglia fare e non voglia costituire una commissione ad hoc di revisione della composizione del debito per paura, o per interesse personale (ma spero di sbagliarmi).
In breve, il debito pubblico e' stato fatto davanti ai nostri occhi da gente - nel bene o nel male - eletta da me e te. (Essendo giovani, questo puo' essere abbastanza falso, ma se non eravamo noi, erano i nostri genitori, disse il lupo all'agnello). Se fosse un tuo debito personale, non ti sogneresti mai di dire "non lo devo pagare". Al momento gli interessi sono nell'ordine del 3.5%, molto meno di quello che pagheresti tu su un tuo debito personale. Se si paga tanto di interessi, e' perche' il debito e' GRANDE. L'entita' e la composizione del debito, tra parentesi, sono informazioni di pubblico dominio. Per di piu', l'economia e' basata (anche) sul fatto che lo Stato paga sempre. Se ci mettessimo a dubitare che lo Stato paga i debiti (non solo le obbligazioni, ma anche gli stipendi, i rimborsi dell'IVA, eccetera eccetera) passeremmo piu' tempo a prepararci al peggio che a condurre delle vite produttive. Ritorneremmo a essere un paese del terzo mondo. E' per questo che il principio di pacta sunt servanda va mantenuto anche nei frangenti piu' difficili.
Poi il discorso del patrimonio pubblico: secondo te avrebbe senso vendere parte del patrimonio per abbassare il debito pubblico?
Si', ma:
  1. non indiscriminatamente - non venderei la Galleria Vittorio Emanuele, le spiagge, o il palazzo del Quirinale. Ma lo Stato possiede tante cose che non ha alcuna ragione pratica di possedere.
  2. non in periodo di crisi. Il patrimonio si vende quando la riduzione del debito e' gia' avviata, ci sono governanti seri. Il patrimonio deve essere dismesso a prezzi di mercato, non regalato agli amici o all'unico che ha abbastanza contante. Il contante cosi' ottenuto deve essere impiegato per ridurre il debito e non, invece, sprecato per aumentare la spesa corrente o rimandare decisioni difficili a dopo il termine della propria presidenza.
Obama chiede all'Europa di iniettare soldi nelle casse delle banche? [] quello ha paura della Cina e dell'Asia in generale, che tra poco ci sotterreranno tutti, per cui cerca di affondare l'Europa per restare a galla ancora un po'...e poi viene a farci la predica quando tutto il putiferio è partito da casa sua?
Non credo che la richiesta di Obama abbia alcunche' a che fare con la Cina, l'Asia, o un desiderio irrazionale di affossare il proprio maggiore partner commerciale. Non siamo sulla Zattera della Medusa, siamo in un mondo cooperativo dove si vince o si perde tutti insieme. Le banche hanno subito perdite ingenti. In alcuni casi, e' stato per propria avidita' e stupidita', come in Spagna e in USA - dove hanno prestato troppo a individui che non erano in grado di restituire. In altri paesi, come in Italia, vi e' una parte di quello e una parte di perdite subite a causa della svalutazione dei titoli di Stato. Se i BOT italiani sono percepiti come piu' rischiosi, il loro prezzo va giu', e questo si riflette immediatamente nello stato patrimoniale della banca. Ogni perdita riduce il capitale netto e quindi la capacita' di prestare. Riducendosi la capacita' di prestare, i primi a perderci (come spiegavo sopra) sono i piccoli, perche' i margini di profitto dell'intermediario sono minori sulle piccole transazioni, e perche' sono i debitori piu' rischiosi. Percio' le banche smettono di fare credito a molti individui e piccole imprese, e una buona parte dell'economia va sott'acqua. E poi al secondo round sono dolori per tutti, anche i grandi, perche' molta gente non ha piu' i soldi per comprare auto, divani, e sushi all'Esselunga. E roba americana. Il dilemma che Obama pone e' - ricompensare la cupidigia e la stupidita', o soffrire tutti disproporzionatamente? Con riluttanza Obama ha fatto lo stesso che propone a noi di fare - ricompensare cupidigia e stupidita' - percio' non lo si puo' chiamare ipocrita.


Spero che questo sia un buon inizio per una discussione.

1 commento:

  1. Sono d'accordo che l'Italia si trovi ancora nella posizione per cui "pacta sunt servanda". Ma dell'ultimo anno greco cosa pensi? Il non pagare più stipendi, etc., da parte dello Stato è effettivamente avvenuto. E si sa che a un certo punto si smetterà di pagare anche i creditori delle obbligazioni comunque. Perchè succhiare le ultime goccie di sangue alla popolazione per ripagare creditori che chiedono tassi d'interesse ultra-rischiosi? Quando i tassi sono così alti è parte del patto che a un certo punto si potrebbe non pagare più. No?

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